Percorso “Sentiero dell’Incoronata (Giancarlo Nebbia)”

Tra i luoghi di maggiore interesse presenti nel vastissimo Parco Regionale del Partenio, i Ruderi dell’Incoronata di Sant’Angelo a Scala, in Irpinia, oggi meta di appassionati di trekking ed escursionisti esperti. Tale luogo d’interesse è raggiungibile attraverso due percorsi di trekking:
Il sentiero dei Papi, adatto ad escursionisti esperti o comunque da percorrere con l’aiuto di una guida esperta;
Il sentiero “Giancarlo Nebbia” (sentiero CAI N°206); più semplice e percorribile anche senza l’ausilio di una guida esperta e ben segnalato. Il sentiero è caratterizzato da alcuni tratti molto ripidi ma anche da tratti con pendenze più morbide, ma di facile percorrenza dato che l’intero sentiero è caratterizzato da un percosso fatto in pietra. Inoltre a seguito di recenti opere di valorizzazione e sistemazione, lungo il sentiero sono state adibite aree di sosta, per riprendersi dalle fatiche del percorso, ed aree pic-nic attrezzate che circondano interamente i ruderi. Partendo dal Sentiero dell’Incoronata N°206, l’inizio del sentiero presenta un’ascesa costante, su strada di sassi, per 2 chilometri; la maggior parte del dislivello (circa 450 mt) e tutta in questa prima parte. Ai Ruderi dell’Incoronata, si giunge dopo circa 1 ora di percorso; qui in mezzo ad un bosco di Faggi Secolari, è possibile ammirare i resti dell’Antico monastero camaldolese del ‘500; testimonianza del primo insediamento dell’ordine benedettino dei Camaldolesi in Campania. Prima di giungere ai ruderi, sulla sinistra è possibile percorrere un piccolo passaggio che porta ad una terrazza naturale; il Belvedere dell’Incoronata, dalla quale si apre un panorama sulla piana dell’Avellinese e del Beneventano.
La storia del Santuario dell’Incoronata di Sant’Angelo a Scala, in Irpinia.
Il Santuario fu costruito intorno al 1577 per volere di Laura Brancaccio Carafa su progetto di Giulio Nardonensis e Giovanni Figueras, nel comune di Sant’Angelo a Scala. Ospitò una statua di legno dedicata a Santa Maria dell’Incoronata, la cui denominazione si estese successivamente a tutto l’Eremo del XVI secolo, di origine Camaldolese.
 
Il Santuario fu attaccato una prima volta nel 1806 dall’esercito francese guidato dal famoso colonnello – padre del romanziere Victor Hugo – Joseph Léopold Sigisbert Hugo: i frati commisero il crimine di offrire rifugio a Michele Arcangelo Pezzo detto Fra Diavolo, un brigante divenuto capomassa e poi capitano di fanteria dell’Esercito del Regno di Napoli, protagonista della guerriglia contro l’esercito napoleonico.
 
Preso d’assalto una seconda volta, intorno al 1866, dall’esercito piemontese quando tra le sue mura diroccate trovarono riparo famosi esponenti del brigantaggio postunitario, il Santuario è oggi ridotto allo stato di rudere.
Per come fu costruito e pensato dai monaci camaldolesi l’intero ubicato monasteriale, per molti l’antico Monastero Camaldolese dell’Incoronata, rappresenta uno dei primi esempi architettonici delle Città Giardino che poi nei secoli a seguire si svilupparono in tutta Europa.
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